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Cattivi pagatori

Con il termine cattivi pagatori si intendono tutti quei soggetti che hanno ritardato o non hanno pagato un debito.

Con il termine cattivi pagatori si intendono tutti quei soggetti che hanno ritardato o non hanno pagato un debito. Essi vengono segnalati, e i loro dati inseriti nel Sistema di Informazioni Creditizie dove rimarranno per un tempo prestabilito. In italia sono presenti 3 grandi centri di raccolta dati sul credito, e sono: il CRIF (Centrale Rischi Finanziari), l’Experian Cerved Information Service (dopo la fusione di Experian e Cerved Group) e il CTC (Consorzio Tutela del Credito).

Le centrali rischi sono banche dati che si occupano di raccogliere le informazioni riguardo le situazioni finanziarie di chi presenta domanda per accedere ad un finanziamento. Possono fare parte di questa categoria i cattivi pagatori compass, cattivi pagatori di prestiti o semplicemente cattivi pagatori di bollette. La sua funzione principale è quella di offrire agli istituti bancari, una panoramica utile a valutare la meritocrazia del richiedente riguardo l’accesso ad un prestito. Il sistema raccoglie in maniera periodica dati relativi a crediti in sofferenza, crediti erogati da intermediari finanziari e prestiti singoli con un ammontare minimo di 30.000 euro.

Cattivi pagatori

Come facilmente intuibile, chi è presente in questa banca dati, potrà avere difficoltà ad accedere ad un prestito, infatti le banche andranno a visionare i nominativi dei richiedenti, e qualora fossero presenti, andranno ad appurare se il soggetto abbia ricevuto una segnalazione per ritardi o insolvenze. Inevitabilmente la presenza del nominativo, influenzerà in maniera negativa riguardo all’affidabilità del richiedente.

Solitamente, per un cattivo pagatore, le banche richiedono ulteriori forme di garanzia come la sottoscrizione di cambiali o di pegni, oltre alla richiesta della firma di un garante.

La presenza dei nominativi dei cattivi pagatori presso le centrali rischi in relazione alle informazioni sugli inadempimenti, è di un massimo di 3 anni dalla data di conclusione del prestito.

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