La cessione del quinto dello stipendio è una forma di prestito personale dedicata per legge a tutti i dipendenti (pubblici, statali, parapubblici e privati) e ai pensionati. Proprio in quanto diritto riconosciuto a tali categorie, la cessione del quinto è disciplinata da una specifica normativa:
- articolo 1260 del Codice Civile;
- DPR numero 180 del 5 gennaio 1950;
- regolamento attuativo DPR numero 895 del 28 luglio 1950.
La normativa sulla cessione del quinto ne sancisce le caratteristiche essenziali.
In primis l’entità della rata, che non può superare la misura massima di un quinto dello stipendio netto mensile o della pensione, definito quota cedibile.
Nel caso dei soli lavoratori dipendenti, si può giungere a cedere fino a un massimo del 40% dello stipendio netto chiedendo un prestito con delega (per questo chiamato anche cessione del doppio quinto), allo scopo di ottenere maggiore liquidità.
In questo caso, infatti, la normativa consente di cumulare cessione del quinto e prestito delega, mediante due rate del 20% ciascuna: la prima rata è relativa alla cessione del quinto, la seconda al prestito con delega.
Secondo aspetto importante disciplinato dalla legge: il tasso di interesse applicato e l’importo della rata del prestito restano invariati per tutta la durata del piano di ammortamento.
Inoltre: l’erogazione del finanziamento al Cliente può avvenire in due modalità:
- assegni circolari non trasferibili;
- bonifico bancario.
Il Cliente può esercitare il diritto di recesso entro 14 giorni dalla stipula del finanziamento. Qualora desideri esercitare tale diritto a finanziamento già attivato, avrà poi a disposizione 30 giorni di tempo per restituire il capitale o gli interessi maturati come previsto dalle condizioni contrattuali.
La normativa sulla cessione del quinto prevede infine una doppia copertura assicurativa, a tutela del rischio vita e del rischio impiego.
Ciò significa che, in caso di premorienza del Cedente, la compagnia assicuratrice dovrà coprire per intero il debito residuo nei confronti della Banca, in modo da preservare i familiari dal diritto di rivalsa.
Qualora invece il Cedente perdesse il proprio impiego, invece, la compagnia di assicurazione dovrà saldare la Banca conservando tuttavia il diritto di rivalsa nei confronti del cliente, in quanto principale debitore. Qualora infine il Cliente riesca a trovare una nuova collocazione presso altro datore di lavoro entro il termine di circa 6 mesi, la Banca rinotificherà il contratto alla nuova Azienda, per cui la rata sarà trattenuta sulla nuova busta paga e non sarà necessario l’intervento della compagnia assicuratrice.
I contratti assicurativi che forniscono dette garanzie sono stipulati a proprio beneficio della Banca, che ne sostiene i relativi costi. Qualora il contratto dovesse essere estinto anticipatamente, il cliente recupera comunque i costi delle polizze non maturati perche i suddetti vengono inseriti nel Tasso Annuo Nominale che viene chiaramente scontato nel caso di estinzione.